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International Mini Meeting 2013: il più grande raduno mondiale di Mini classiche si è svolto quest’anno in Italia presso il Mugello
Tue May 21 17:16:00 CEST 2013 Comunicati Stampa
La 37esima edizione dell’International Mini Meeting ha avuto luogo dal 17 al 19 maggio 2013 nella suggestiva cornice della campagna toscana del Mugello. +++ Molti appassionati sono arrivati con le proprie vetture percorrendo diverse centinaia di chilometri +++ La Mini che è giunta da più lontano è arrivata dalla Florida con un viaggio di un mese via nave +++ Oltre 3.000 Mini storiche o personalizzate hanno popolato la verde campagna del Mugello trasformandola in un grande parco espositivo +++ All’International Mini Meeting 2013 hanno partecipato circa 4.500/5.000 fan del Marchio +++ L’International Mini Meeting nel 2014 torna in Inghilterra per ricordare le origini britanniche del marchio mentre nel 2015 avrà luogo in Lituania +++
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Maria Conti
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International Mini Meeting (IMM) è il più grande raduno di Mini
classiche e si svolge ogni anno in una diversa città europea. Un
emozionante appuntamento per gli appassionati di tutto il mondo che
quest’anno si sono dati appuntamento al Mugello per l’edizione 2013
per vivere un fantastico viaggio sulle strade della Toscana.
Il tradizionale raduno dei Mini Club si svolge, come di
consueto, durante il week end di Pentecoste, dal 17 al 19 maggio
2013. Quest’anno al Mugello va in scena un ricco calendario di
eventi che prevede attività lifestyle, esclusive esposizioni e Mini
Experience, per rendere più stretto che mai il legame tra la Mini
classica e i modelli della gamma MINI attuale, secondo il motto
“MINI meets Mini” che sposa il fascino ed il glamour del passato con
la tecnologia ed il design del presente e del futuro.
Molti appassionati (circa 4.500/5.000 fan del Marchio) arrivano
con le proprie vetture percorrendo, in alcuni casi, diverse
centinaia di chilometri, popolando vaste zone verdi che si
trasformeranno in un grande parco espositivo di oltre 3.000 Mini
storiche o personalizzate, e proponendo un’interessante
retrospettiva sulla storia Mini. La Mini che è giunta da più
lontano è arrivata dalla Florida con un viaggio di un mese via nave.
Il percorso di avvicinamento all’International Mini Meeting è
caratterizzato da un viaggio con sorprendenti tappe a sorpresa lungo
le strade più belle del paese.
La partenza è previsa dalla sede
di BMW Italia a San Donato Milanese con la formazione di una vera e
propria carovana di MINI e Mini dirette in Toscana.
Dopo una
prima tappa a Casalpusterlengo gli straordinari paesaggi toscani
faranno da contorno alle MINI che percorreranno il passo della Futa e
della Raticosa Pratolino e Fiesole.
L’atmosfera suggestiva
dell’abbraccio tra Mini Classica e MINI si completa sulla vecchia
route del Mugello e nei paesaggi da cartolina della Val D’Orcia
(Patrimonio mondiale dell'Umanità dall'UNESCO)
L’International Mini Meeting nel 2014 torna in Inghilterra per
ricordare le origini britanniche del marchio mentre nel 2015 avrà
luogo in Lituania
IMM 2013
Il primo International Mini Meeting
ebbe luogo nel 1978 in Germania e da allora l’evento si ripete ogni
anno durante il week end di Pentecoste in una diversa città europea.
Ogni 5 anni l’IMM torna in Inghilterra per ricordare le origini
britanniche del marchio. Giunto alla sua 37esima edizione
l’International Mini Meeting sottolinea lo stretto legame tra la
Mini del passato, la MINI del presente e quella del futuro
diventando così il più grande raduno di proprietari e appassionati
di Mini classiche del mondo.
Lo scorso anno hanno partecipato circa 4.000 fan del marchio,
compresi i rappresentanti di oltre 200 MINI club di innumerevoli
paesi. Anche per l’edizione 2013 si prevede un’ampia partecipazione
con appassionati che giungeranno in Toscana da tutte le parti del
mondo per condividere la medesima passione per Mini.
Un ricco programma di eventi ed una serie di interessanti
appuntamenti animano il fine settimana del 17-19 maggio e permettono
di immergersi nel mondo MINI con incontri tra collezionisti,
interessanti mostre di Mini d’epoca restaurate, mercatini di pezzi di
ricambio, parate e promenade, gare, test drive e concorsi di bellezza.
Un’ampia area verde, vicino al paese di Scarperia e a circa tre
chilometri dall’entrata principale del Circuito del Mugello, offre
spazio sufficiente per parcheggiare tutte le Mini attese
all’International Mini Meeting 2013 ed ospitare le tende dei
visitatori che hanno deciso di campeggiare nel cuore dell’evento.
Nell’area di campeggio si svolgono, infatti, numerose attività
spettacolari che ruotano attorno alla storica Mini, all’insegna della
sua vocazione sportiva, ricca di fascino e sempre unconventional.
MINI meets Mini
Stesso DNA, stesse caratteristiche, stessa vocazione. La MINI del
presente segue le orme della sua progenitrice conservandone il
carattere inimitabile, oggi come in futuro. La vocazione sportiva, le
linee non convenzionali e sempre riconoscibili, il design originale ed
il divertimento di guida restano immutati nel corso degli anni
nonostante le innovazioni tecnologiche e l’attuale ampliamento della
gamma, giunta a ben sette modelli diversi.
La formula magica, che attraverso linee ricche di personalità ha
reso la Mini Classica un’icona automobilistica ispirando poi anche i
progettisti della MINI moderna, è quella di un’auto piccola fuori, ma
grande dentro, capace di offrire un autentico divertimento di guida.
Il design delle vetture del brand britannico, sin dalla prima Mini
scaturita dalla matita di Sir Alec Issigonis nel 1959, segue la sua
funzione oltre ad essere dinamico e sportivo nelle linee, nel possente
portamento sulle ruote e nel look con baricentro basso dato dal corpo
del veicolo che scende a cascata con un volume crescente verso la
superficie stradale.
Secondo il motto “MINI meets Mini”, l’International Mini Meeting
diventa quindi l’occasione per attingere dal glamour del passato nella
continuità con la gamma attuale.
Dall’originale all’originale
Quando nel 2001 la nuova MINI è stata lanciata sul mercato per prendere il posto della Mini Classic, è diventata da subito un eccellente successo e ha dato vita ad una realtà fortemente al passo con i tempi.
In questo modo MINI ha creato un classico di oggi e ha trasformato un
originale storico (la tanto amata vettura degli anni ’60) in un design
del tutto originale e riconoscibile.
La sfida di MINI è ora quella di proseguire un armonico sviluppo
e diventare un classico modeno grazie ai suoi elementi distintivi,
al suo stille, alla sua audacia ed energia.
A prescindere dall’epoca di produzione, tutti i modelli di Mini
e di MINI esprimono, infatti, la medesima capacità di suscitare emozioni.
Mini Classica e MINI non sono solo auto: rappresentano una vera e
propria filosofia esistenziale, uno spazio vitale, un ampliamento a
quattro ruote delle nostre abitazioni, un oggetto d’arredamento urbano
e, persino, una creazione artistica. Per questo motivo Mini è un
oggetto di lifestyle globale e trasversale che viene amato da persone
di culture, lingue ed estrazioni sociali diverse e diventa terreno
fertile per esperimenti creativi.
Basti ricordare le molte
occasioni di incontro tra Mini e il mondo della moda a partire dallo
stretto rapporto con Paul Smith e Mary Quant negli “Swinging Sixties”,
fino ad arrivare alle reinterpretazioni creative della MINI di oggi ad
opera di stilisti internazionali come Roberto Cavalli, Dsquared2 o Fendi.
La nascita della Mini classica
La British Motor
Company (BMC) svelò nel 1959 il risultato del lavoro di sviluppo di
una rivoluzionaria vettura compatta dal design finalizzato alla sua
funzione, dalle dimensioni esterne contenute e con una generosa
offerta di spazio interno, dalla guida sportiva, ma confortevole, e
dai motori parsimoniosi. Al pubblico furono presentati due modelli:
la Morris Mini-Minor e la Austin Seven. La doppia anteprima di
queste quattro posti quasi identiche scaturiva dall’ampia gamma di
marche nella disponibilità della BMC.
Il papà della Mini, l’ingegnere britannico di origini greche Sir
Alec Issigonis, era riuscito a creare una vettura di piccole
dimensioni le cui priorità erano lo spazio e il prezzo.
Sir Alec Issigonis propose alcune soluzioni tecniche originali e
tecnicamente innovative, ma in perfetta sintonia con il suo progetto.
Optò in favore della trazione anteriore con motore montato
trasversalmente e spostò le ruote con cerchi da 10 pollici
all’estremità della scocca. Il passo misurava 2,3 metri. La lunghezza
esterna della Mini classica era di 3,05 metri, la larghezza di 1,41 e
l’altezza di 1,35. Ma il dato forse più significativo era che l’80%
dello spazio occupato dalla vettura compatta era a disposizione di
passeggeri e di bagagli.
In sintesi, Mini classica era fatta su misura per i parcheggi
più stretti e, con il suo prezzo base di 496 sterline, era perfetta
anche per i bilanci più modesti. Il piacere di guida, la personalità
e il design non convenzionale delle sue proporzioni resero Mini
Classica da subito interessante anche per gli automobilisti che,
oltre all’ingombro ridotto, cercavano agilità nei percorsi misti o
ricchi di curve e uno stile immediatamente riconoscibile.
Ieri come oggi, Mini si prestava alle diverse personalizzazioni.
Già nel primo anno di vita della Mini classica nacquero, infatti, i
modelli Mini Van e Mini Estate. Dal 1961 Mini scoprì anche il suo
profilo più strettamente sportivo quando John Cooper, amico e socio di
Issigonis, intervenne sulla vettura e collaborò al lancio della prima
Mini Cooper nella quale il concetto di go-kart feeling iniziò a
prendere forma.
Le Mini che hanno fatto la storia
Ecco alcuni
modelli di Mini che hanno fatto la storia del prestigioso marchio
britannico e saranno protagoniste in occasione dell’International
Mini Meeting 2013 in Toscana:
Mini Cooper 998
Lanciata nel 1959, Mini debuttò con la propria versione sportiva
“Cooper” (dal nome del famoso pilota e costruttore inglese che ne
sviluppò la preparazione) nel 1961, prima con la cilindrata di 997 cc
e successivamente con il motore da 998 cc che poi è rimasto in
produzione per oltre trent’anni.
Arrivarono in seguito anche le
versioni 1275 cc vittoriose a varie edizioni del Rally di Montecarlo
negli anni ’60.
La Mini Cooper 998 esposta in Val d’Orcia in occasione dell’IMM
2013 è stata prodotta nel 1965 con il marchio Morris.
È una delle pochissime vendute da nuove in Italia con guida a
sinistra.
Come specificato nella scheda di produzione fornita
dall’Heritage Inglese, la vettura è ancora nel suo colore originale
“Almond Green” con tetto panna e interni, anch’essi originali, di
colore verde con fascia centrale chiara. Uniche concessioni
(peraltro accessori d’epoca) sono il volante in legno sportivo (in
origine era montato un volante in bachelite nera), una coppia di
carburatori Dell’Orto al posto dei classici S.U. ed i fari di
profondità anteriori tipo Rally.
L’auto ha avuto solo 3 proprietari in quasi 50 anni di vita ed è
sempre rimasta a Milano. Questo ha consentito di mantenere la sua
prima targa e il suo primo libretto di circolazione.
Inoltre,
grazie alla cura dei precedenti proprietari (tra i quali vi è stato
anche il grande Gigi Villoresi, pilota di Formula Uno e vincitore
della Mille Miglia), questa Mini Cooper è conservata in maniera
impeccabile. Il proprietario attuale è Mauro Borella.
Rover Mini Cooper 1.3 carburatore 1992
Uno degli esemplari di Mini Cooper rilanciati dalla Rover nel 1990, prodotto nella fabbrica di Longbridge.
È un modello a carburatore con una potenza di 63 CV.
Si presenta nella combinazione di colori Storm Grey e tetto nero.
È stata personalizzata da Just Minis con numerosi accessori, tra i quali spiccano cerchi in lega Minilight da 12” di colore nero con canale lucidato, interni in pelle bordeaux con sedili Recaro e pannelli in radica di noce.
Meccanicamente è quasi completamente originale, eccezion fatta per il
terminale di scarico e il filtro aria sportivi.
Rover Mini British Open Classic 1.3 iniezione SPI 1994
Alla fine del 1993 viene introdotta l’alimentazione ad iniezione su tutte le Mini dal momento che le nuove normative europee dell’epoca imponevano ai costruttori determinati parametri antinquinamento a cui attenersi. Mini venne quindi equipaggiata di catalizzatore attivo e di una sonda Lambda funzionante attraverso una gestione elettronica.
La particolarità del modello British Open Classic è il tetto panoramico apribile elettricamente.
La potenza è di 55 CV (depotenziata rispetto alle versioni Cooper).
Il modello è color Tahiti Blue con tetto bianco.
È stata personalizzata da Just Minis con diversi accessori, tra cui allestimento Sportspack (passaruota allargati e cerchi da 13”) e interni in pelle color tabacco con sedili Porsche e pannelli in radica di noce.
L’esemplare in esposizione in Toscana è meccanicamente pressoché
originale, eccezion fatta per il terminale di scarico e il filtro aria sportivi.
Mini Moke
Mini Moke nasce come progetto della BMC di un veicolo ad uso militare leggero e paracadutabile, ma costruito su meccanica Mini.
La scarsa altezza da terra però non la fece adottare dall’esercito britannico, che preferì appaltare il progetto a Land Rover.
Venne perciò destinata ad un utilizzo come veicolo commerciale, da lavoro e forestale ed ebbe un grande successo come mezzo per le zone marine e campestri, soprattutto nelle regioni più calde e soleggiate degli USA e in Australia.
Mini Moke entra in produzione nel 1964 e, nel susseguirsi degli anni, vengono prodotte diverse versioni in numerosi Paesi, tra cui Australia, Portogallo e Italia, fino alla metà degli anni Novanta.
L’esemplare esposto in Toscana è una Morris Moke MK1 del 1965. E’
dotata del motore A-Series di più piccola cubatura: 850 cc.
L’unico colore disponibile della MK1 era il verde.
Nella campagna vendita dell’epoca, la vetturetta con carrozzeria “spiaggina” veniva definita “l’asinello dei tempi moderni” e il claim della campagna pubblicitaria era “robusta come un trattore, divertente come un giocattolo”.
Il BMW Group
Il BMW Group è tra i produttori di automobili e motocicli di maggior
successo al mondo, con i marchi BMW, MINI e Rolls-Royce. Come azienda
globale, il BMW Group gestisce 28 stabilimenti di produzione e
montaggio in 13 paesi e ha una rete di vendita globale in oltre 140 paesi.
Nel 2012, il BMW Group ha venduto quasi 1,85 milioni di
automobili e oltre 117.000 motocicli nel mondo. L'utile al lordo
delle imposte per l'esercizio 2011 è stato di 7,38 miliardi di Euro
con ricavi pari a 68,82 miliardi di Euro. Al 31 dicembre 2011, il
BMW Group contava circa 100.000 dipendenti.
Il successo del BMW Group si fonda da sempre su una visione sul
lungo periodo e un’azione responsabile. Perciò, come parte
integrante della propria strategia, l'azienda ha istituito la
sostenibilità ecologica e sociale in tutta la catena di valore, la
responsabilità globale del prodotto e un chiaro impegno a preservare
le risorse. Il risultato di questi sforzi è che negli ultimi otto
anni il BMW Group figura come leader di settore negli indici di
sostenibilità Dow Jones.
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