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Dopo Milano, anche Roma ospita la mostra "Dalla Mini al mini" curata da Gianluca Marziali
Wed May 30 19:00:00 CEST 2001 Comunicati Stampa
La mostra curata da Gianluca Marziani include l'esposizione di una Mini d'epoca e di un esemplare della nuova MINI COOPER progettata e prodotta dal Gruppo BMW.
Contatto stampa.
Alessandro Toffanin
BMW Group
Tel: +39-02-51610-308
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Autore.
Alessandro Toffanin
BMW Group
La Mini delle origini
La Mini Cooper Innocenti del 1966 in mostra esemplifica il design della vettura
disegnata nel 1959 da sir Alec Issigonis per la British Motor Corporation.
"Ciò che fece Issigonis - racconta in proposito LJK Setright in 'Mini, il
design simbolo di una generazione' (1999, Giorgio Nada Editore) - fu di
sistemare tutte le necessarie componenti come non era mai stato fatto prima,
soggiogando la meccanica, che tradizionalmente aveva occupato la parte
principale delle automobili, alle necessità delle persone che avrebbero
acquistato e utilizzato la macchina. Si trattava di un approccio essenzialmente
umanistico: non stava progettando una macchina per gli ingegneri, né per
automobilisti appassionati, ma semplicemente per la gente: una macchina il cui
80% era a loro completa disposizione per farne l'uso che preferivano."
La nuova MINI
"La Mini ? sostiene Frank Stephenson, capo del team di progettazione della
nuova MINI - è un capitolo della storia dell'automobile. Il nostro compito è
stato quello di coniugare il potere emotivo della Mini originale con la
tecnologia del futuro."
A testimoniare l'evoluzione tecnico-progettuale della nuova MINI - il cui
arrivo nelle concessionarie MINI del Gruppo BMW è fissato per l'8 settembre
2001 - ecco le principali caratteristiche tecniche della COOPER esposta al
Palazzo delle Esposizioni. Equipaggiamento base: propulsore quattro cilindri 16
valvole di 1600 cc.; ABS; accessori cromati; cristalli elettrici; airbag per
guidatore e passeggero; sedile del guidatore regolabile in altezza; schienali
delle sedute posteriori reclinabili in modo indipendente; colonna dello sterzo
regolabile; cerchi in lega leggera da 15 pollici; controllo della pressione dei
pneumatici; airbag laterali per posti a sedere posteriori; chiusura
centralizzata con controllo remoto.
Alcuni degli optional disponibili: trasmissione automatica con Steptronic; DSC
(Dynamic Stabilty Control); impianto hi-fi; airbag frontali; sistema di
navigazione; sensore per la pioggia; tettuccio trasparente; fari xeno.
MINI, più tecnologia, più libertà, più divertimento - 1959-2000
La MINI ha attraversato questi quarant'anni con la stessa filosofia di chi
alimenta il progresso. E ci racconta un futuro che nasce tra il presente più
innovativo e un passato indimenticabile. Partner estroverso e complice, MINI si
sente parte del mondo odierno e vuole esserne protagonista per i prossimi
decenni. Ovviamente assieme a chi condividerà con lei la voglia di crescere e
divertirsi.
Sostenendo e promuovendo la mostra e i suoi giovani artefici, MINI rende
omaggio non solo a se stessa e alla propria storia ma anche al feeling con gli
oggetti, all'atteggiamento verso la vita e all'autonomia individuale propri di
quest'epoca. Di tanta libertà la MINI vuole restare testimonianza e forma
d'espressione. Adottando, oggi come ieri, l'inconfondibile personalità che
ritroviamo in un capo d'abbigliamento, un computer, un oggetto di design o
un'opera d'arte.
Il "mini style" in mostra a Roma
Il mondo di MINI è acceso, libero, popolato da chi alimenta ogni giorno la
propria gioia di vivere. È un mondo dove vive chi è aperto al progresso: tanto
nella mobilità quanto nella professione, negli interessi culturali, nello stile
di vita.
E dall'agosto 1959, quando la celebre vettura si affacciò sul mercato, al
settembre 2000, quando la nuova MINI è stata presentata in anteprima al salone
di Parigi, moltissimo è cambiato nel campo della tecnologia, dei linguaggi
creativi e della vita quotidiana.
Prendendo spunto dall'icona MINI, dal suo universo, dalla sua evoluzione
tecnico-progettuale, Gianluca Marziani ha curato per il Palazzo delle
Esposizioni la mostra Dalla Mini al mini. 1959-2000: il massimo della
tecnologia nel minimo dello spazio, realizzata con il sostegno di MINI, marchio
del Gruppo BMW.
In programma dal 23 maggio al 14 giugno 2001, Dalla Mini al mini si propone
come un manifesto, forse arbitrario ma certamente trasversale, del "mini style"
così come si è sviluppato negli ultimi quattro decenni. Un fenomeno che va
oltre il successo dell'evergreen automobilistico (quasi sei milioni di
esemplari venduti nel mondo, di cui circa seicentomila in Italia) per
abbracciare idealmente il celebre indumento di Mary Quant.
"Il progetto - spiega Gianluca Marziani, curatore - si sviluppa su due livelli
paralleli. Da un lato ripercorre gli effetti dell'innovazione tecnologica su
oggetti di largo uso quotidiano. Il viaggio espositivo scorre tra forme col
massimo dell'innovazione in una forma sempre più ridotta. Come la MINI così gli
oggetti scelti risultano comodi, efficienti, innovativi e friendly. Dall'altro
lato, il progetto interagisce con la creatività degli artisti invitati a
confrontarsi con l'icona MINI, il suo mondo i suoi valori: tecnologia, libertà,
divertimento."
MINI heart, MINI art - Il progetto
Una quarantina di artisti è stata chiamata a interpretare la nuova Mini, il suo
mondo, i suoi valori: Le loro opere figurano in mostra accanto a una serie di
oggetti che nell'evoluzione della tecnologia e del design contemporanei si
collocano in un arco temporale compreso tra due date emblematiche: 1959, anno
della nascita della Mini di Alec Issigonis e 2000, anno del debutto della nuova
MINI disegnata da Frank Stephenson per il Gruppo Bmw.
La Mini è il battito pulsante del progetto. Tutto parte da lei poiché il suo
mondo riguarda un certo modo di essere, un certo pensiero dietro la guida, una
ricerca di certe cose oltre l'oggetto. Gli artisti contemporanei sono il
sistema muscolare che fa correre in avanti la macchina. La loro sfida era
complessa: confrontarsi con l'icona Mini per manipolarla, alterarla, rivederla,
contestualizzarla in un mondo plausibile.
Parallelamente alle loro opere, Dalla Mini al mini propone un'antologia di
musiche, accessori, capi d'abbigliamento, prodotti tecnologici e di design. Il
progetto non intende con questo percorrere la rigorosa cronologia degli oggetti
che hanno popolato la nostra vita quotidiana dal '59 a oggi: Dalla Mini al mini
non è una mostra dedicata al costume e la vita sociale degli ultimi quattro
decenni, non è nemmeno una mostra di moda, design, elettronica, tecnologia
domestica, orologi... Dalla Mini al mini è un viaggio tra oggetti unici,
invenzioni formidabili, cose che ancora usiamo o potremmo utilizzare e che
condividono questa caratteristica: il massimo della tecnologia nel minimo dello
spazio.
Gli autori del catalogo
Gianluca Marziani, 31 anni, è critico/curatore d'arte contemporanea con
all'attivo circa trecento mostre e oltre centocinquanta cataloghi. Giornalista
professionista, da sempre vicino ai diversi linguaggi visivi, è interessato
soprattutto ai rapporti tra l'opera d'arte e le nuove tecnologie. Collabora con
diverse testate cartacee e radiotelevisive (Kult, Flash Art, Arte, Stream, Cult
Network Italia, Radiodue), case editrici (Castelvecchi, Einaudi Stile Libero),
gallerie private, fondazioni e musei, case cinematografiche, etichette
musicali, banche, siti informatici e collezionisti privati. È autore di varie
monografie (tra queste: Haring, Basilé, Gianvenuti vs Tubi, Gligorov) e di
alcuni libri, fra i quali "N.Q.C. Arte italiana e tecnologie: il Nuovo Quadro
Contemporaneo" e "Melting Pop", entrambi editi da Castelvecchi.
Paola Jacobbi, giornalista, è direttore editoriale e responsabile del
palinsesto di MyTv, la prima web tv italiana. In precedenza è stata direttore
responsabile del mensile Tutto Musica, vice-direttore del settimanale Gioia,
caposervizio del programma tv Verissimo e si è occupata a lungo di cultura,
spettacoli e costume per Panorama ed Epoca.
Gianni Poglio, 35 anni, da dieci è critico musicale. Ha lavorato per Italia
Radio, Tuttifrutti, Thunder, Dance Music Magazine e Sabor. Dal 1997 fa parte
dello staff di Tutto Musica (Arnoldo Mondadori Editore) dove cura, tra l'altro,
una seguitissima rubrica di storia della musica intitolata "Doctor Rock, I
presume?"
Il percorso espositivo - Invito alla mostra
Dalla Mini al mini, allestita al Palazzo delle Esposizioni di Roma, abbraccia
il salone centrale, ad accesso libero, e le sei grandi sale del piano nobile.
Nel salone centrale, assieme a una selezione di oggetti e accessori di design,
è esposta la nuova MINI. In questo, come in tutti gli spazi occupati dalla
mostra, domina un uniforme fondo nero, ottenuto stendendo moquette, pittando
pareti, nascondendo con enormi pannelli colonne e motivi architettonici del
palazzo. Un'accurato gioco di luci e un inconsueto tappeto modulare in pvc,
riempito di un liquido di colore lunare, segnano i limiti dello spazio in alto
e in basso.
Altri oggetti, la parte più consistente dei "feticci tecnologici" che hanno
segnato gli ultimi quattro decenni del 2000, sono stati sistemati in una sala
laterale, vera e propria wunderkammer del terzo millennio. I più leggeri e
avanzati tecnologicamente galleggiano sull'acqua delle vasche in corteccia, i
più datati (e quindi pesanti) riposano su ciottoli bianchissimi. A interpretare
i contenuti di questa mostra nella mostra concorre un'opera in dodici tavole di
Paolo Consorti raffigurante altrettanti oggetti tecnologici d'uso quotidiano.
Nelle cinque sale rimanenti sono state invece collocate tutte le opere dei 39
artisti chiamati a contribuire al progetto. Tre sale ospitano le 35 opere
direttamente ispirate alla MINI firmate dagli "artisti/piloti" Andreoni,
Basilé, Bertinetti & C., Bonomi, Bramante, Cassarà, Chiara, Consorti, Enrico
Corte, D'Amore, de Nola & World Lab, Fabrizi, Fasoli m&m, Ghibaudo, Gianvenuti,
Giordano, Impellizzeri, Lisi, Lucietti, Lupattelli, Matia, Mauri, Nurcis,
Pareja, Perego, Racheli, Riello, Rohr, Rossetti, Sassi, Schmidlin, Tessarollo,
Tranquilli, Tubi, Villalta Marzi.
Nelle restanti due sale, Dalla Mini al mini propone altre opere non
esplicitamente dedicate alla celebre vettura, ma legate a temi quali la strada,
la città, la tecnologia, e a valori come la libertà e la vita. Queste opere
sono firmate da Olivo Barbieri, Gianluca Lerici, Daniela Papadia, Peter Parker,
oltre che da alcuni degli artisti/piloti già citati in precedenza: Bramante,
Consorti, de Nola & World Lab, Fasoli m&m, Giordano, Lupattelli, Rossetti, Tubi.
E' in una di queste due sale, la prima a destra del salone centrale, che su un
letto di ciottoli compare un esemplare della vecchia Mini di Issigonis, a
segnare l'inizio del percorso espositivo. Partendo da qui il visitatore è
invitato a passare di sala in sala, girando in senso antiorario attorno al
salone centrale. L'accesso a ogni "camera" è segnalato dal fascio di luce di
una proiezione: per poter entrare occorre infatti scostare una specie di
schermo a strisce sul quale sono scorrono immagini tratte dal catalogo della
mostra.
Visitata l'ultima sala si torna al salone centrale. Qui ? dove la nuova MINI
pare librarsi da terra, circondata da un'antologia di sedute disegnate da
alcuni fra i più importanti maestri dell'industrial design - il percorso si
chiude.
L'allestimento - Fra tecnologia e archetipi
La tecnologia accelera i nostri ritmi vitali ? spiega Francesco Stasi, ideatore
dell'allestimento - tende a creare un senso di inadeguatezza, ci propone
potenzialità che riusciamo a utilizzare solo in parte, veicola più informazioni
di quante possiamo assimilarne e controllarne. Noi vogliamo proporre gli
oggetti tecnologici, gli oggetti del futuro, gli oggetti mini per i loro
contenuti liberatori, per la loro bellezza, leggerezza e piccolezza
nell'augurio di recuperare un rapporto meno invasivo con la natura.
Sono oggetti che occupano poco spazio, dai cui rottami non verremo soffocati. A
sottolinearne la leggerezza sono stati collocati sull'acqua all'interno di
vasche di corteccia, a simboleggiare proprio la necessità di vincere lo
sradicamento, di riaccostarci all'origine delle cose, a quanto conserviamo di
primitivo, all'essenziale. Per coniugare il futuro con il passato remoto in una
continua inversione dei flussi temporali.
Abbiamo voluto così accostare per contrasto l'esplosione di futuro propostaci a
tappe forzate dalla tecnologia più sofisticata ad alcuni semplici elementi
materici: l'acqua, la pietra, la carta.
Oggetti sull'acqua, fra le pietre, sulla carta ma pur sempre oggetti con cui
giocare e di cui prendersi gioco. Certo, sono giovani, belli e ci inseguono
seduttivi; ma noi, lieti e confusi da tante attenzioni, sapremo scegliere? Se
lo chiedeva Fabrizio De Andrè in una vecchia canzone. "Continuerai a farti
scegliere o finalmente sceglierai?".